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| Rientro Fam.Siligato in Sicilia |
Taormina. “Giovedì
10 gennaio, finalmente, ho potuto riabbracciare Davide e Martina Siligato”: a
spiegarlo è Antonio Faraci, presidente del Comitato “Un sorriso per Sofia”, che
ieri, insieme ad alcuni taorminesi, è andato ad accogliere, all’aeroporto di
Catania, la piccola Sofia (insieme ai genitori Davide e Martina), reduce da un
intervento chirurgico alla colonna vertebrale in California. “Nei loro occhi –
ha continuato Faraci – ho notato una luce diversa da quella presente nei loro
sguardi prima della partenza, una luce che brilla, che brilla di gioia, dopo
aver attraversato un lungo tunnel buio che sembrava senza uscita. Li ho
ammirati sin dal primo momento che ho conosciuto la loro storia, li ho ammirati
perché, malgrado quelle pesantissime cadute, sono riusciti a rialzarsi e a non
perdere mai la speranza di salvare Sofia. E’ vero, come dice Davide
nell’accorato appello sulla lettera rivolta ad alcuni amici, la loro forza
proveniva e proviene da questa bambina meravigliosa e vi confesso che quando,
per la prima volta, ho visto la foto della piccola anche a me è successa la
stessa cosa. Ci sono stati dei momenti, durante la raccolta fondi, in cui stavo
per cedere, per gettare la spugna, non ci arriveremo mai, pensavo, poi,
riguardando la foto, dicevo a me stesso: ma cosa sto pensando, cosa sto
dicendo… Rimontiamo in sella e ripartiamo, che è meglio. C’è in Sofia qualcosa
di bello, di magico, di spirituale, non si spiegherebbe altrimenti tutto questo
gran da fare che si è creato intorno a lei durante questi mesi. Alcuni giorni
fa, Davide mi ha raccontato che la bambina soffriva enormemente e piangeva
nell’eseguire degli esercizi fisioterapici e che, dopo essere entrato con lei,
qualche ora più tardi, in una delle tante Cattedrali di Sacramento, la bambina
ha dimenticato i dolori mettendosi a camminare e ad arrampicarsi fra gli altari
come se non fosse accaduto nulla e Davide e Martina si sono guardati in faccia
e con gli occhi lucidi hanno pensato la stessa cosa. Oggi, rivedendola dopo
quasi un mese, l’ho guardata, anche se aveva gli occhi piccolini per la
stanchezza del viaggio, e ho pensato: ma è questo un miracolo o forse è il
risultato di tante coincidenze? Prima dell’intervento ho temuto il peggio, data
la catastrofica situazione in cui Sofia è giunta in America, ma non ho fatto
mai trapelare questo mio timore nei miei sguardi o nei miei commenti per non
allarmare ancora di più i genitori della piccola, per non spaventarli ancor di
più. Ma il pericolo c’era ed era pure molto grande. Quando, due giorni dopo
l’intervento, l’ho vista in piedi nelle foto allora è crollato quel grande
macigno di paure che mi teneva in tensione da giorni. Sono sicuro, comunque,
che la stessa sensazione l’avranno vissuta Davide e Martina. Adesso che tutto è
stato fatto e fatto bene dobbiamo essere felici e festeggiare. Tra alcuni mesi,
quando vedremo correre e giocare la nostra Sofia per le strade della nostra
città allora, con grande emozione, potremo gioire ed esultare per quello che
siamo riusciti a realizzare. Quanto abbiamo atteso questo momento e quanto
abbiamo sperato che questa favola finisse con un… e vissero tutti felici e
contenti. Lacrime di gioia per tutti, ognuno di noi, nel suo tanto o nel suo
poco, ha scritto una riga in questo grande libro di amore immenso per la nostra
piccola Sofia. Grazie di vero cuore a tutti per essermi stati vicini in questa
meravigliosa esperienza, in questa bellissima fiaba”.

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