mercoledì 12 gennaio 2011

BELLA SICILIA







All'ex burocrate regione Sicilia pensione  record 1.369 euro al giorno.
Era direttore generale dell'emergenza rifiuti, Cuffaro lo premiò
l'attuale giunta ha provato a impugnare ma ha perso davanti alla Corte dei conti
L'avvocato Felice Crosta si è portato a casa una pensione da favola: mezzo milione di euro l'anno.
Cioè 41.600 euro al mese, 1.369 euro al giorno. Perché così ha stabilito una legge della Regione siciliana, approvata nella stagione d'oro del governatore Cuffaro. Ha lottato un paio d'anni, l'avvocato Felice Crosta, per un diritto che alla fine gli è stato riconosciuto dalla Corte dei Conti. Quei soldi gli spettano.Il superburocrate siciliano, insomma, non si limita a doppiare i colleghi della Regione, tutti beneficiati dal vecchio sistema di calcolo retributivo, ma si candida a tutti gli effetti per la palma del dipendente pubblico più pagato d'Italia. Fra quelli in servizio e a riposo. Sfondando con decisione pure il tetto ai trattamenti previdenziali "obbligatori" posto nell'ormai lontano ottobre del 2003 dal consiglio dei ministri: 516 euro al giorno, il vecchio milione di lire. Crosta quasi triplica quella somma. oggi non si fanno salti di gioia. Anche perché, oltre all'assegno mensile, l'ente dovrà riconoscere a Crosta circa un milione di arretrati e la somma relativa alla rideterminazione del Tfr. In un primo momento, l'amministrazione si era opposta alla liquidazione della maxi-pensione, riconoscendo "solo" 219 mila euro all'ex dirigente. Crosta si è però rivolto alla Corte dei Conti che ha attestato il suo diritto. La legge si può discutere. Ma va applicata. "Non si tratta certo di un regalo, io ho lavorato per 45 anni", si difende l'interessato. La Regione siciliana dai conti in rosso - due miliardi di deficit - non ha potuto che fare appello alla sentenza della magistratura contabile. L'ultimo beneficio, peraltro, va a pesare su una spesa previdenziale già ragguardevole: oltre 560 milioni per pagare le pensioni di un esercito di ex dipendenti (14.917) più folto del personale in servizio. Tutti a carico del bilancio, perché la Regione siciliana è fra i pochi enti in Italia a non avere ancora attivato un fondo quiescenza, pur avendolo istituito per legge. E continua a erogare baby-pensioni a tutti coloro che dimostrano di avere un parente infermo da accudire. Un'estensione tutta siciliana della legge 104 - anch'essa figlia di una norma varata dall'Ars - che ha premiato negli ultimi anni 700 impiegati andati a riposo con 25 anni di anzianità (ne bastano 20 per le donne. E mi viene in  mente un vecchio  un detto ( abbiamo fatto L’Italia ma no abbiamo fatto ancora gli italiani).

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